
L’estate è arrivata, si sente nell’aria, per quanto quest’anno si sia affacciata più silenziosamente e timidamente del consueto.
Dopo il lock down abbiamo ripreso le nostre abitudini, ma non completamente, con alcuni accorgimenti. In questo clima un po’ sospeso tra prudenza e libertà la luce estiva e il richiamo dell’estate si fanno comunque sentire. Sono i profumi, i colori e i piatti che cuciniamo possibilmente senza accendere i fornelli a ricordarci dei riti estivi. Per me l’estate è caratterizzata dal profumo dei peperoni alla griglia, dalla ratatouille, da insalate come la niçoise, dalle colazioni all’aperto che si protraggono con lenta consapevolezza per scivolare poi con nonchalance in un light lunch.
Le cene diventano il prolungamento naturale dell’aperitivo. Nel mio rituale estivo sento che anche la tavola vira verso colori e tessuti in linea con queste emozioni e con la possibilità di vivere con leggerezza, senza regole fisse che altri momenti dell’anno impongono. L’estate è libertà. La ciotola raccoglie spontaneamente insalate così come paste fredde e colazioni, il piatto ampio si adatta perfettamente al piatto unico e anche ad una certa necessità di muoversi. Siamo un po’ tutti più gipsy in estate: si cena sul terrazzo, a volte sul divano. Sono tavole estive per creare nuovi ricordi felici insieme.
Materiali ruvidi, colori che sfumano nel blu e nell’indaco, ceramiche eclettiche abbinate sono la scelta che accompagna meglio questa voglia di libertà, sia sulla spiaggia, sia sul terrazzo o su un divano.