Non c’è una seconda occasione per dare una prima impressione
Così chi è avveduto ha capito da tempo che la prima impressione è quella che conta. Sarebbe auspicabile che chiunque comprendesse questa dura verità, tutti giudichiamo dall’apparenza.
Per la vita privata sembra una chimera pretendere e aspettarsi dignità e classe, l’ambito domestico diventa teatro delle più indicibili nefandezze comportamentali e stilistiche, quasi a fungere da sfogo di tutti gli istinti repressi, evidentemente con estenuante sforzo, sul luogo di lavoro. I coniugi colpiti da tali sfoghi ringraziano, poi faranno le valigie, senza apprezzare cotanti doni, e chissà come mai.
Ma, per coloro che hanno compreso o sono stati costretti a comprendere l’importanza dell’apparire, o meglio, per coloro che da tempo hanno cercato un miglioramento, esiste il personal branding. Nel caso del personal branding manager, le speranze di un risultato sembrano più ottimistiche. Il manager va ad obiettivo, se ponesse quindi come obiettivo un miglioramento strutturale della propria immagine/ impressione, potremmo essere certi di un risultato positivo, soprattutto dietro promessa che il miglioramento aumenterà produttività e guadagni e, sarebbe un ottimo servizio da vendere.
Ma oltre alle motivazioni che spingono una persona a pensare di rivolgersi ad un professionista come me, un personal branding manager, vediamo in cosa consiste, perché dovrebbe funzionare, e cosa va a colpire.
Tutti siamo persone, intere, individualità. Sembra ovvio, ma perché allora si agisce a compartimenti? In ogni istante portiamo con noi tutti noi stessi, anche quando l’auto è ferma al semaforo, e forse, ma solo forse, nessuno vede, quindi niente dita nel naso.
Ovunque si vada si porta tutto l’individuo. Quindi basta con l’assurda divisione tra essere e apparire, facciamo coincidere questi due aspetti e teniamo in vita l’intero.
Da qui, possiamo pensare di fare un’ analisi obiettiva di quelli che sono i nostri punti di forza, le competenze intese come capacità, e le passioni. Questo aspetto, ho visto nel tempo, essere un punto dolente. La tendenza è quella di voler essere qualcosa che piace, spesso negando la propria natura profonda, con la conseguenza di vivere senza centro né forza. Il giudizio è un grosso problema, così come i pregiudizi. Quindi per fare questo percorso bisogna svuotare, svuotare, svuotare. Trovato il centro, troveremo la linea di minor resistenza e di maggiore forza. La passione, la vitalità esploderanno. Come apparire sui social e quello che ci si mette addosso sono amplificatori della nostra interiorità, quindi devono essere scelti con cura.
Veniamo a fattori di gusto, cultura, savoir faire, educazione, buon senso, sensibilità.
Essere in grado di fare una buona conversazione, avere una cultura di base, coltivare il savoir faire, sono aspetti essenziali tanto quanto le regole base dell’igiene personale.
Essendo esseri umani complessi, almeno in potenza, abbiamo tante aree di pertinenza e molte possibilità, è necessario imparare. Per quanto riguarda eleganza, stile e buon gusto, è necessario affidarsi ad un consulente o studiare. Le riviste possono essere insidiose, soprattutto per le donne, offrendo varietà di outfit che sarebbe auspicabile evitare come la peste, a meno che non si sia la modella in passerella.
Così, l’arsenale muliebre delle possibilità diviene quasi sempre un tremendo autogol.
Paletta colore, parrucchiere, make up, abbigliamento, accessori, manicure/pedicure devono essere studiati, il guardaroba va razionalizzato. Ho visto cose che sono raccapriccianti. Quindi prendere su di sé la responsabilità dell’apparire, del porsi è necessaria, sempre, ma obbligatoria a certi livelli. Infine, superficialmente vorrei trattare l’ambito social network. Il selfie non è l’autoritratto di Rembrandt, facciamocene una ragione e sì, si può evitare, sì, ve lo assicuro. Non è obbligatorio, né consigliato. Si va sempre dal consulente, che vi porta da un bravo fotografo e cura la vostra immagine. Non è una questione di denaro, ma di cultura e di gusto. Questi semplici passi vi mettono in condizione di ripartire con la vostra immagine, col vostro personal branding manager e con la vostra integrità.