La via dell’artista, introduzione alla consulenza artistica
ovvero principi e descrizione di cosa succede a chi coraggiosamente esce dalla confort zone
per entrare nella caos zone
Come si svolge una seduta di consulenza artistica? E a chi si rivolge? Dove? Domande lecite, che mi sono state fatte.
Allora, lo studio è composto da porta, luce, riscaldamento poco, tavoli, sedie. E lo studio non si trova sotto il ponte, mi spiace, ma è quasi una mansarda, col clichè dell’artista ci siamo. La mattina e il pomeriggio, cioè quando lavoro….beh sono sobria, ma dopo le sette allegra perchè in vino veritas.
Il mio motto….“In principio era Metra”, forse troppo biblico, vediamo…. “Entri pulito esci pataccato”, troppo low profile….” Abbiamo a cuore il vostri sogni”, troppo zuccheroso…..
“Mettete l’arte nei vostri I pad”…un po’ hippy demenziale….. vabbè il motto, quello vero è:
“Stay alive and be true”, impegnativo, ‘na faticaccia. Anche se “ in principio era Metra” non mi dispiace.
Ma andiamo avanti. Materiali usati, matite, gessi, acquarelli, creta; materie, modellato, disegno pittura. Celo, celo, celo.. L’asso nella manica l’approccio antroposofico, che se non bastasse, mixo sapientemente con concetti zen e criteri estetici wabi sabi. Durata della seduta 45 minuti chi vi regge di più? Poi diventa sempre un’ora, amen. Cosa è il processo artistico? Il processo artistico è una cosa magica, come una fiaba, è il creare, la capacità di mettere in moto delle forze sopite nell’essere umano. Non dico di più, è da scoprire. Benefici? Fa dimagrire, combatte le rughe, dona fascino, e..beh si fa sentire meglio, felici. Lo so, siete manager, orientati all’obbiettivo, devo essere più focalizzata di così? Mmmmm obbiettivi, la felicità mi pareva già parecchio, le rughe, dimagrire, ho capito, la Domanda delle Domande: si può monetizzare? Certo, per esempio, adesso tutti vogliono ‘sta storia della resilienza nel curriculum, e io celo, sì, imparate la resilienza e di brutto con me, almeno quelli che reggono la botta. Poi vediamo, la capacità di essere creativi aiuta nel problem solving delle grane, e delle relazioni che mi pare stiamo messi maluccio, so che in office la giungla vi fa un baffo, tra tiratori di coltelli alle spalle, professionisti dello sgambetto, squali…. e poi potrebbe servire al business acumen, cioè vi vengono delle idee da paura. Infine, magari per chi volesse, si fa un pò di self branding che male non fa. “Venghino siori venghino“…