Perché onestamente e dal cuore, se davvero volessi fare un viaggio come quello di Dante, vorrei un Virgilio a guidarmi, e se non fosse un viaggio lungo, stimolante e appassionante non mi ci metterei nemmeno, davvero…
Un percorso attraverso lo strumento artistico porta alla nascita di nuove capacità, si apre uno spiraglio nel quale possono germogliare nuovi semi.
L’ anima anche se non è di moda è il centro della nostra esistenza è il respiro, è il colore. Siamo di fronte alla scelta tra rimanere sempre uguali, dare la stessa risposta a situazioni diverse, pretendendo anche, magari, risultati diversi, oppure evolverci, coltivare nuovi percorsi. Rompere uno schema comportamentale, uscire da una impasse, richiede uno sforzo, una domanda. Il contenuto del lavoro con l’arte applicata al percorso di crescita, consiste nel facilitare questo delicato passaggio.
Nel workshop di crescita professionale/personale attraverso l’arte, il ruolo è attivo,
Se l’esercizio richiede di plasmare una sfera, per ipotesi, l’interessato dovrà in prima persona plasmare, o dipingere, o quello che viene richiesto. La differenza è questa, un ruolo attivo e uno strumento, lo strumento artistico che va oltre ogni schema perché viaggia in una dimensione propria, ha un linguaggio proprio, quello dell’arte.
Lascio parlare Giacometti sulla verità, condividendone la posizione e l’esperienza:
L’arte mi interessa molto, ma la verità mi interessa infinitamente di più… Più lavoro e più vedo diversamente… in fondo diventa sempre più sconosciuto, sempre più bello. Varrebbe per me la pena di lavorare, anche se non c’è risultato per gli altri, per la mia visione personale… la visione che ho del mondo esterno e delle persone… Penso di progredire ogni giorno. Per questo lavoro più che mai. Sono sicuro di fare ciò che non ho ancora mai fatto e che renderà superato ciò che ho fatto fino a ieri sera o stamattina. Non si torna mai indietro… È lungo il cammino. Allora tutto diventa una specie di delirio esaltante, come l’avventura più straordinaria: se partissi su una nave per paesi mai visti e incontrassi isole e abitanti sempre più imprevisti, mi farebbe esattamente lo stesso effetto. Questa avventura la vivo veramente. Allora, che ci sia un risultato o no, che importanza vuole che faccia? Che in mostra ci siano cose riuscite o mancate mi è indifferente. Visto che per me è in ogni modo un fallimento, troverei normale che gli altri non guardino neppure. Non ho niente da chiedere se non di poter continuare perdutamente.