acquarello su carta di Manuela Metra
Come Mirò sosteneva, per mantenere vivo il lavoro è necessario fermarsi prima di diventare esperti, la tentazione della specializzazione secondo il pittore avrebbe sterilizzato il lavoro di ricerca e di crescita. Egli continuò tutta la vita a misurarsi con diverse tecniche nell’ambito artistico, ad esplorare nuovi territori, come quando andò nello studio di Artigas, famoso ceramista, tuttavia non diventò esperto e non cadde nella trappola del Dio Noau. Rudolf Steiner, studiando l’uomo con l’antroposofia ha gettato le basi per quello che può essere il rinnovamento dell’apprendimento. Per quale motivo un eccesso di specializzazione risulta dannoso? E, quali sono i limiti dell’apprendimento/specializzazione? Know-how è l’insieme di capacità, competenze, necessarie per esercitare una professione, per estensione diviene la formazione e il curriculum di una persona. Sul Know-how si giocano partite serie, quelle con il business plan per intenderci, investitori e tutto il resto. Ma nel tempo, quello che poteva essere il bagaglio di conoscenza di un’individuo relativamente in questo contesto alla vita lavorativa, è diventato il Dio Noau. In nome suo avvengono sacrifici di intere generazioni su cui si fanno mietiture senza eccezioni. La classe sacerdotale di questa divinità ha adepti nelle scuole, a partire dal nido fino ai corsi di specializzazione postlaurea, nell’ambito lavorativo di ogni tipo, e dilaga con i suoi tentacoli in ogni anfratto in cui si parli di qualsiasi genere di abilità. Nel nome di questo Dio tante facoltà dell’individuo vengono offerte, e concetti come felicità, soddisfazione, equilibrio, senso di completezza, sono tabù. Lo spazio per il gioco e il divertimento viene sempre più ritagliato in favore della crescita di competenze specifiche nel settore di appartenenza e, nel caso dei bambini, a favore di una istruzione “ottimale” ipertrofica in alcuni settori. L’idea di costruire un “metodo” di apprendimento che calza sull’individuo come un abito sartoriale è di Rudolf Steiner. La didattica da lui pensata viene portata nel XXI secolo da Van Houten che addirittura traduce il pensiero dell’antroposofo, per l’azienda e per generazioni di manager contemporanee e future. Nel libro” La formazione dell’adulto attraverso il risveglio della volontà” egli dice che per mettersi al riparo dall’indurimento della specializzazione è necessario calare lo studio di una disciplina, materia, o tecnica, all’interno di un processo, e questo processo si dipana seguendo le leggi dei processi vitali. Una didattica così articolata permette all’individuo e al gruppo di conoscere, di trasformarsi e favorisce la crescita di nuove capacità, l’esatto contrario della specializzazione. Nel primo caso l’individuo e la materia diventano un tutto’ uno, nel secondo, la materia diviene un duro guscio che separa la persona dal mondo, da se stessa e precludeva futura evoluzione. Naturalmente è attraverso l’arte, pittura e modellato, che avremo una delle chiavi di accesso per portare alla luce il Nuovo, l’arte infatti ha un linguaggio tutto suo, quello dall’arte appunto…