
L’arte come terapia è una delle cose che faccio. E’ fondamentale considerare il sé come processo. Come sapete lavoro in ospedale nel reparto di oncologia pediatrica, all’Istituto dei Tumori di Milano, collaborando con la Fondazione Lene Thun Onlus. Sono responsabile del laboratorio di “Ceramico Terapia” insieme ad un gruppo di volontari. Ogni settimana vedo l’effetto che l’attività creativa genera in chi si siede intorno al tavolo per lavorare con l’argilla. Durante il laboratorio permanente e stabile i bambini e le famiglie trovano un sostegno prezioso per affrontare il periodo di malattia. I bambini spesso lungo degenti, incontrano l’argilla, creano dei lavori per sé che porteranno a casa oppure partecipano ad opere collettive che verranno esposte in ospedale. La modellazione dell’argilla scioglie le tensioni e fa tornare il sorriso sui volti di grandi e bambini. Il punto centrale è l’aspetto terapeutico che l’arte esercita sempre e comunque, in casi estremi come la malattia ma anche nella vita di tutti i giorni. La creatività è parte di noi, è la vita stessa; ritagliarsi uno spazio dedicato per coltivarla è di importanza vitale. Questo principio, l’arte come terapia, fondamentale quanto semplice, si sposa particolarmente bene con le situazioni critiche, e si può declinare in infinite sfumature, come ad esempio la vita lavorativa. La perdita di senso, situazioni di forte tensione, perdita di creatività, stress, ansia sono ambiti in cui l’arte fa la differenza.
