Apple pie: Joie de vivre!
di Manuela Metra.
Eccomi qui un post sulla mia torta preferita l’ Apple Pie americanissima! Simbolo assoluto di : ” La Joie de vivre”……Profumo di cannella, noce moscata, mele ed è subito casa. La mia casa, quella che ho scelto e costruito, non il retaggio di famiglia. L’ Apple pie è per me il dolce per eccellenza. La torta buona, con la sua pasta friabile e leggermente salata. Un po’ rustica. Ha ceduto la perfezione della forma in cambio di un cuore caldo, pieno di dolcezza speziata, mescolando le note pungenti della cannella e della noce moscata, quelle dello zucchero caramellato, all’aspro delle mele Granny Smith. In un equilibrio perfetto. Questa poesia viene accompagnata dal gelato alla vaniglia per un riverbero di contrasti tra caldo e freddo, per intessere un discorso fuori dal tempo. Perfetta per i momenti felici, per i momenti di riflessione, di creazione, e per consolazione.L’ Apple pie è il dolce dell’America, un dolce nazionale, è chiamato anche American pie, si usa dire “as American as apple pie”. E’ un dolce informale, un inno all’ottimismo.Adoro fare i dolci e fotografarli, e poi, assaggiarli, gustarli per colazione e per il te, i momenti che in assoluto preferisco.Il dolce è sempre stato un appannaggio del tutto mio, in famiglia, con una Madre “prussiana ” con la passione per la cucina. Ma i dolci, con quella loro caratteristica così, poetica e superflua, le erano preclusi e sono divenuti il mio territorio di scorribande culinarie. Il talento è stato forgiato dalle bombe della guerra della competizione tra madre e figlia, e delle più aspre critiche, ma tale era il mio amore per la loro magnificenza sganciata dalla funzione di nutrire e sfamare, da farmi superare quasi illesa il territorio ostile. Era poesia, era profumo era bellezza. Inizialmente, pensavo con ingenuità che le dosi delle ricette fossero solo una indicazione di massima, facoltative. Ero giovane e sprovveduta. Mio papà assaggiava le crostate, con un sorriso, erano dure da non crederci, “da lanciare contro il muro”, commentava la Madre prussiana. Poi ho compreso che la pasticceria è chimica e le dosi sono tassative. Passano gli anni e arriva sotto casa un negozietto particolare, con alzatine di vetro, dolcetti ai mirtilli, una Signora gentile, americana, al banco. Le torte erano Belle belle da morire, di una bellezza straniera. Mi parlavano di nuovo e di speranza, di un mondo fuori dal territorio di scontro con la Madre prussiana, di differenti codici di lettura, di un gusto diverso per aprire nuove sinapsi nel mio giovane cervello affamato. Un raggio di sole e aria fresca era arrivato alla mia porta. Il negozietto con la Signora gentile si chiamava California Backery. Così diventò la parte dolce dei miei anni inquieti, uno spazio fuori dalle dinamiche, senza possibilità di critica in quanto non c’erano paragoni. Era il Nuovo in cucina. Da allora l’inglese, e ancora meglio l’americano sono per me suoni di ottimismo, di rinnovamento e di sogni che si realizzano. I dolci americani rappresentano la felicità dei sapori freschi, solo la parte dolce della vita.Così sono diventata appassionata di Muffin, Apple pie, NY Cheese cake, di quei momenti della cucina degli stati uniti che collego alla tavola, vissuta nella gioia, informale, adoro anche i Brunch.. Sono andata a fare delle lezioni alla California Backery, una di queste sull’Apple pie. Fantastica! Consiglio a chi desidera imparare i trucchi di prendersi una parentesi di dolcezza. Il clima è professionale e amichevole allo stesso tempo. E poi porterete a casa un capolavoro. E’ un dolce che farà sempre bella figura ad una cena o ad un pranzo, portando tutti su un piano informale.